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La colonna infinita

 

con Tazio Torrini

traduzione di Horia Corneliu Cicortas

adattamento e regia Letteria Giuffrè Pagano

Colonna infinita


da Mircea Eliade, traduzione di Horia Corneliu Cicortas

adattamento e regia di Letteria Giuffrè Pagano
con Tazio Torrini

Constantin Brancusi, l’uomo e l’artista.

Questo spettacolo si presenta come un’interazione tra diversi linguaggi della scena: l’attore agisce da solo in uno spazio essenziale che ricorda l’atelier del maestro, così i rumori e gli oggetti, dei semplici teli, ci riportano al momento del lavoro di creazione delle sculture più celebri, visibili agli occhi dello spettatore solo per poco, qualche secondo, grazie ai teli “scolpiti” e al corpo stesso dell’attore.

 

La ricerca dell’originario, che attraversa l'intera creazione dell'artista, sembra approdare a un punto di non ritorno quando Brancusi si limita a ripetere le stesse forme, a ri-copiare i suoi ormai noti capolavori. L’autore del testo drammatico, Mircea Eliade, noto soprattutto come storico  delle religioni, si interroga sulla grande crisi creativa dell’ scultore, ripercorrendo i momenti più importanti del sua vita.

 

Nel rapporto tra teatro e sacro, tra rappresentazione e realtà, tra l'opera e il suo artefice, tra le parole scritte e il movimento del corpo che si dispiega un senso, nascosto forse nell'estasi del sacrilegio. L’azione impura del teatro stesso. Le sovrapposizioni di immagini scorrono su superfici visive, sullo spazio scenico, affrontano la concretezza fisica dell'attore, come se ci fosse un invisibile che vuole apparire e prendere corpo, oltre le resistenze della realtà attuale con la quale fa attrito.

 

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